mercoledì 17 agosto 2011

ITALIAN BRANCH IN TOWN! DIARIO DI BORDO



Day 1 – giovedì 4 agosto 2011 

Eccomi arrivato finalmente a Ipswich! Sono ormai le 22.15 quando il coach che collega l'aeroporto di Stansted al capoluogo del Suffolk mi lascia alla fermata della stazione.
Vado subito in hotel che dista 500 metri , poso lo zaino e non resisto; esco subito per andare a Portman Road che è circa a due minuti di distanza (lo si vede ad occhio nudo sia dalla stazione che dall’albergo): giusto il tempo di attraversare il ponte (il sir Bobby Robson bridge).
Anche se è buio l’emozione è tanta: vedo il gioco di ombre dal blu al nero che mi fa scorgere la sagoma della struttura e dei riflettori che si perdono nel cielo notturno e nuvoloso tipico dell’Inghilterra e la scritta luminosa posta all’esterno delle gradinate brilla come non mai…IPSWICH TOWN FOOTBALL CLUB…ci sono, il sogno è ora realtà!
Anche se il buio non mi consente di vedere appieno tutti i particolari, faccio un giro di perlustrazione per tutto il perimetro dello stadio; dalla Cobbold stand con la statua di Sir Bobby all’esterno, passando davanti allo shop e alla Bobby Robson stand fino ad arrivare alla biglietteria e alla main entrance dello stadio…
Soddisfatto faccio un salto in centro veloce giusto per orientarmi; poca gente, tutto chiuso, tranne un pub: lo Swan, pieno di ragazzi intenti a divertirsi tra birra e musica a tutto volume…decido di rientrare in hotel per riposarmi, il giorno dopo mi aspetta una giornata intensa!



Day 2 – venerdì 5 agosto 2011


Suona presto la sveglia, alle ore 7, ma io la anticipo alla grande; giusto poche ore di sonno profondo per recuperare dal viaggio del giorno precedente e poi eccomi lì sveglio nel letto con gli occhi sbarrati. L’emozione è tanta: ho appuntamento alle 9 alla reception principale a Portman Road con Camilla Haycock (Media&PR manager dell’Ipswich) che, dopo esser venuta a conoscenza del mio arrivo dall’Italia, si è gentilmente offerta di farmi fare un tuor privato dello stadio (i tour normalmente si effettuano a gruppi e solo il lunedì)!
Come sarà? Come andrà? E il mio inglese non perfetto?...questi sono i pensieri che affollano la mia mente ma che non intaccano l’entusiasmo di ciò che sto per vivere.
Doccia, abbondante colazione all’inglese e via verso lo stadio con largo anticipo: prima rifaccio il giro della sera precedente intorno alla struttura con la luce del sole per rivedere bene il tutto (a differenza della notte prima scorgo anche la statua del mitico Sir Alf Ramsey), poi alle 8.30 apre lo shop e ho giusto una mezzoretta per darmi alla pazza gioia degli acquisti prima dell’appuntamento!






Lo store è meraviglioso su due piani e si trova di tutto! Il secondo piano ha una vetrata che da sul campo da gioco, pelle d’oca!

Finisco le mie compere e vado a passo spedito verso l’entrata principale.

Al gabbiotto, appena dopo varcato il cancello, mi presento; il custode è gia a conoscenza del mio arrivo e mi fa scortare da una bellissima ragazza che lavora negli uffici dello stadio fino alla reception dove lì aspetto Camilla. La reception è davvero accogliente piena di cimeli, nell’attesa (sono arrivato qualche minuto prima) addirittura la donna delle pulizie chiede scusa e spegne l’aspirapolvere per non disturbarmi, il tempo di dirle che non c’è problema ed ecco che arriva puntualissima Camilla…che accoglienza, sono subito a mio agio!
Abbiamo solo mezzora (Camilla poi ha una riunione alle 9.30) e iniziamo subito il nostro tour dalla dressing room, un lungo corridoio con tutti gli spogliatoi: quello dell’allenatore, quello degli arbitri, quello degli ospiti e quello della squadra.




Alla fine del corridoio entriamo nel tunnel che porta al terreno di gioco, lo percorriamo ed eccoci a bordo campo!

Che emozione!
Cerco di guardare, respirare e immagazzinare quegli istanti il più possibile.
Camilla mi scatta una foto come si fa con i nuovi giocatori che firmano per il club  e poi mi porta a percorrere il bordocampo fino alle panchine.



A questo punto Camilla mi fa un grosso regalo: mi dice che non si potrebbe, ma tanto non c’è nessuno che ci vede, e mi chiede se voglio fare due passi, non di più, sul terreno di gioco…non me lo faccio ripetere una seconda volta e varco la linea bianca: vorrei correre per tutto il campo, magari pure con un pallone da calciare, ma so che non si può fare e mantengo l’autocontrollo; mi accontento di fare questi due passi assaporando al massimo quegli istanti e ri-esco verso la panchina immaginando Paul Jewell che mi richiama per regalarmi la standing ovation a pochi minuti dalla fine di una partita dove ho segnato la rete decisiva con tutto il pubblico che mi applaude…sono malato? Lo so, ma se la mia malattia è questa mia passione ne sono orgoglioso!
Rimango a bordocampo a guardarmi intorno, ci rimarrei per non so quanto tempo; Camilla lo sa ma mi deve disincantare e dirmi di andare via, abbiamo ancora delle cose da vedere!



Rientriamo nelle tribune e saliamo al livello superiore, dove si trova il corrispettivo della nostra "sala VIP" nei nostri stadi: ristorante, salotto e tribuna d’onore; da qui la visuale sul terreno di gioco e le tribune è fantastica, Camilla mi dice che è la sua preferita e non si può darle torto.
Nei corridoi è pieno di quadri con maglie e foto storiche mentre le sale sono piene zeppe di cimeli: su tutti la coppa dei play offs vinti nel 2000 e la replica in miniatura della FA cup vinta nel 1978.
Il tour ormai è giunto al termine, sono felice ma consapevole che il turbinio di emozioni che ho vissuto non mi rende ancora consapevole (scusate la ripetizione) di ciò che è appena avvenuto e che mi renderò conto di tutto questo solo col passare del tempo. Saluto Camilla, con la quale faccio una foto, e mi dirigo soddisfatto verso l’uscita dove il classico cartello presente in ogni stadio inglese che si rispetti mi ringrazia per la visita e dove il custode mi da l’arrivederci!




Ora devo andare alla biglietteria appena lì fuori a ritirare i miei biglietti per il bus e la partita per la trasferta del giorno dopo a Bristol!
Dopo aver ritirato il tutto mi sposto verso il centro della città in direzione della Town Hall dove, in occasione del trentesimo anniversario dalla conquista della coppa UEFA del 1981, c’è una mostra gratuita ove sono esposti diversi cimeli delle partite europee dell’Ipswich denominata IPSWICH IN EUROPE.













Dopo tutta questa scorpacciata di calcio posso adesso girovagare per la Town in tutta tranquillità approfittando anche del fatto che il venerdì è possibile effettuare il giro per la città col bus turistico a due piani scoperto.
Quindi via per la Princess street fino alla Town Hall, passando da Buttermarket (affollatissima con tutti i sui negozi) salendo fino al fantastico Cristchurch park per scendere alla Wolsey gate e poi spingermi fino al porto sul fiume Orwell buttando l’occhio qua e là per ammirare le 7 chiese medioevali perfettamente custodite presenti in città. Tutto questo si può fare a piedi, la città è medio piccola, a misura d'uomo e il centro storico è raccolto; grazie al bus però vedo anche la periferia e la caratteristica campagna, passo anche dal museo dei trasporti (tra i più importanti del Regno Unito) che ahimè al momento del mio passaggio è chiuso.
La città è bellissima, anche molto più di quanto mi potessi aspettare!
Una curiosità: Ipswich è il sito più antico da sempre abitato d’Inghilterra!









Tra giri, camminate e shopping è arrivato il momento della cena e del riposo; non è mica finita qui e il giorno dopo sarà tostissimo!


Day 3 – sabato 6 agosto 2011


Dopo una bella dormita (questa volta il sonno ha preso il sopravvento anche sulle emozioni) e aver fatto i conti con qualche vescica dovuta alla camminata del giorno prima, eccomi puntuale alle 8.30 davanti alla Cobbold stand a Portman Road pronto a prendere il bus che ci porterà a Bristol per la prima partita stagionale!
Io salgo sul bus numero 2, in totale sono quattro. Per chi si aspetta un viaggio birra, cori e festa (un po’ me lo aspettavo anch'io francamente) non è così: niente alcool e tutti composti e rispettosi in attesa dell’evento sportivo. Il viaggio è lungo (più di 5 ore senza contare la sosta in autogrill), d'altronde è un “coast to coast” e dobbiamo arrivare fino all’altra costa.
Alle ore 14 circa siamo all’Ashton Gate, la casa del Bristol City FC.



Scendiamo dal bus parcheggiato vicino all’entrata che porta al settore ospiti. Non c’è polizia, ed entriamo insieme ai tifosi dei robins (i pettirossi, questo è il soprannome del Bristol).
Compro il programma del match (non farlo in Inghilterra è un sacrilegio; sarebbe come chiedere a un devoto di seguire la messa senza foglietto) e mi metto davanti ai tornelli.
Mi sento un vero supporter anglosassone e ciò mi fa star bene.
Aspetto Liz, la mia referente per tutto ciò che riguarda questa mia tre giorni, una sorta di tutor: senza di lei ad esempio il tour del giorno prima non lo avrei mai fatto e anche il reperire i vari biglietti sarebbe stato più difficile.
Ci incontriamo, mi presenta suo marito, e dopo i convenevoli entriamo allo stadio passando dai i tornelli dagli spazi angusti tipici degli stadi d’oltremanica.
L’Ashton Gate è davvero bello, col classico stile degli impianti britannici; 4 tribune dritte, senza angoli e addirittura la tribuna del nostro settore con i pali che sorreggono il tetto!


Mi vengono presentati altri tifosi blues e si parla del più e del meno: dei nuovi acquisti, delle differenze con la squadra della scorsa stagione ecc…e non mi faccio trovare impreparato.
Mi rimane impressa una frase di un signore che mi dice: “you’re here from Milan for support Ipswich? You’re a brave man!” io non posso far altro che sorridere e fare tesoro del complimento.
Sono tutti cordiali con me; mi mettono a mio agio e l’attenzione nei mie confronti, quando scoprono che sono italiano (soprattutto grazie alla bandiera italiana col simbolo del branch che ho preparato apposta per la trasferta), non mi mettono in soggezione; sono curiosi ma tutti molto rispettosi e cortesi.



Il nostro settore si riempie di persone di ogni età: uomini, ragazzi, famiglie, bambini e soprattutto tante donne (in un recente sondaggio l’Ipswich risulta la squadre al secondo posto del calcio inglese con sostenitrici di sesso femminile – ben il 25%) arrivati sulla costa ovest con tutti i mezzi: bus, macchine e treni. Alla fine saremo 1.700 tractor boys, complice la bella stagione e il fatto che sia la prima di campionato, arrivati fino a Bristol (una delle trasferte più lunghe partendo da Ipswich) per seguire il match e sostenere la squadra!
“Oh when the town go marching in, oh when the town go marching in, I want to be in that number, oh when the town go marching in!”
È proprio vero che in Gran Bretagna il calcio è cultura e tradizione: una religione! E il legame che c’è qui tra squadra, tifosi e territorio non c’è in nessuna altra parte del globo.
Questo gia lo sapevo, ed è per questo che amo il calcio della terra d’Albione, ma averne un’ulteriore conferma non può che farmi piacere.
Mi viene spiegato che i supporters dell’Ipswich sono (e sono considerati) molto tranquilli e non ci sono mai problemi nelle trasferte; si può andare benissimo con addosso la maglia royal blue che non ci sono problemi di nessun tipo e anche la polizia non si scompone più di tanto al seguito della blue army, solo il minimo indispensabile.
Unica eccezione il derby dell’East Anglia contro gli acerrimi e odiati rivali del Norwich.



Nel frattempo i giocatori hanno ultimato il riscaldamento, lo stadio si riempie e ora è tutto pronto. L’atmosfera è festosa e l’adrenalina sale. Le squadre entrano in campo mentre vengono lette le formazioni, si fa un minuto di applausi (si avete capito bene, non di silenzio ma di applausi per rendere omaggio) per Jack White, vecchia gloria del Bristol appena scomparsa, e si comincia!



La stagione 2011/12 ha inizio!
Lungi da me fare la cronaca della partita; per quello ci sono gia fior fior di giornalisti, media e vari mezzi di comunicazione che lo sanno fare molto più del sottoscritto.
La partita meglio di così non può andare: al quarto d’ora il nuovo acquisto, la punta di diamante, Mchael Chopra porta in vantaggio il Town che nella ripresa (mentre attacca verso il nostro settore) dilaga: lo zero a due porta la firma di Lee Martin (che non segnava da tempo immemore) in contropiede, mentre la terza rete la mette a segno ancora il bomber di razza Chopra con la partecipazione del portiere del Bristol David James in versione Calamity James!
“There’s only one Chopra” .


"Three - no to the tractor boys..."
Ottima la prestazione di "Chops" come degli altri nuovi arrivi: Lee Bowyer, JET (Jay Emmanuel-Thomas), Cresswell e soprattutto del nuovo portiere David Stockdale (che ha preso il posto del partente Fulop), davvero bravo e chiamato in serata da Capello in nazionale in vista della partita contro l'Olanda.
L'estremo difensore dell'Ipswich è stato l'unico giocatore proveniente del Championship presente nella lista dei convocati.
A proposito di Championship: non si può paragonare alla nostra serie B.
L’atmosfera è fantastica e per i puristi del calcio inglese è meglio di quella della Premier, stadi (storici) pieni (per l’occasione 15.000 spettatori) e un livello molto alto: vi partecipano squadre del calibro di West Ham, Nottingham, Leeds ecc...e calciatori che giocano regolarmente nelle rispettive rappresentative nazionali...
Quale altro campionato di “seconda divisione” si ferma in occasione delle partite di qualificazioni agi europei e ai mondiali?
Ok magari a volte si vede qualche errore di troppo, ma a che ritmi vanno? Dal vivo poi è impressionante!
Per non parlare del fatturato che porta questa lega ad essere il quinto campionato in Europa dopo Premier, Liga, Serie A e Bundesliga.
Se poi ci mettiamo che la finale dei play offs è la partita più ricca del pianeta (anche più della finale di Champions League) e mette in palio ben 80 milioni di sterline, non bisogna proprio aggiungere altro.
Tornando a noi: partita fantastica e come inizio di campionato un bel 3 a 0 in trasferta non è niente male! Qualcuno mi dice pure che porto fortuna!
“And it’s Ipswich Town, Ipswich Town FC! We’re the finest football team, the world has ever seen!”
Al termine dell’incontro è il momento dei saluti e il momento di ritornare al bus, sul quale durante il viaggio di ritorno, tra un pisolino e l’altro, mi connetto col telefono sul sito dell'ITFC e leggo l’intervista a Chopra, il gran protagonista dell’incontro, che ringrazia i tifosi dedicando loro la vittoria per il lungo viaggio fatto per seguire la squadra…non mi sono mai sentito così partecipe! Il viaggio in effetti, come gia rimarcato in precedenza, è lungo e quando finalmente arriviamo alle 22 circa a Ipswich mi fiondo subito in albergo, stanco ma felice…non dimenticherò mai tutto questo!


Day 4 – domenica 7 agosto 2011


È giunta l’ora del rientro in Italia, un ultimo giro per la città che si risveglia col ritmo lento della domenica e poi di nuovo bus e aereo fino a casa…
Che esperienza incredibile, poi il fatto di averla fatta da solo la rende un po’ speciale, come un sogno: un sogno che è diventato realtà!
Tra poche ore sarò di nuovo in Italia e sarà come svegliarmi e sarà un risveglio fantastico…
Ipswich avrà sempre un posto speciale nel mio cuore!

Simone Longo
ITFCIB



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