Dopo il trionfo in FA cup la stagione precedente, la
campagna 1978/79 vede l’Ipswich esordire nella coppa delle coppe dove raggiunge
gli ottavi di finale e viene eliminato ancora una volta dal Barcellona di
Crujff come già successo l’anno prima in coppa UEFA (vittoria a Portman Road e
sconfitta al Camp Nou), mentre il campionato viene concluso con un onorevole
sesto posto che garantisce un posto in Europa anche per la stagione successiva.
La stagione 1979/80 vede i blues ai vertici del campionato
concluso al terzo posto in classifica; il magic moment del campionato arriva il
1° marzo 1980 quando a Portman Road arriva in Manchester United: risultato
finale 6-0 per il Town che poteva essere ancor più rotondo visti i 3 rigori
sbagliati dai padroni di casa! Un altro momento memorabile è andato in scena,
sempre a Portman Road, qualche mese prima, esattamente il 13 novembre 1979
quando è stato organizzato un testimonial match per festeggiare i 10 anni di
Robson sulla panchina dei blues; ad affrontare l’Ipswich è la nazionale inglese
ma a far notizia è il numero 11 in maglia blu che per l’occasione e solo in
quella occasione è un certo Gorge Best: sì, il più forte giocatore britannico
di tutti i tempi, anche se solo per una sera, ha giocato con la maglia
dell’Ipswich davanti a un Portman Road gremito in ogni ordine di posto per
l’occasione!
Si arriva all’”annus Domini” 1980/81: in campionato la
squadra lotta per il titolo fino alla fine e finisce al secondo posto alle
spalle dell’Aston Villa mentre in FA cup raggiunge la semifinale dove viene
eliminata dal Manchester City. L’avventura europea, in coppa UEFA, parte a
settembre contro i greci dell’Aris Salonicco sconfitti agevolmente 5 a 1 in
casa (4 reti di Wark e 1 di Mariner) nella gara di andata; la gara di ritorno
diventa una specie di vacanza e la sconfitta per 3 a 1 (rete di Gates)
qualifica senza problemi i blues. Nel secondo turno il Bohemians di Praga si
rivela avversario ostico ma viene comunque sconfitto con un totale di 3 a 2
(risultato aggregato) grazie al prezioso 3 a 0 casalingo dell’andata (doppietta
di Wark e goal di Beattie). Nell’ultimo turno dell’anno solare, gli ottavi di
finale, arriva a Portman Road il Widzew Lodz di Zibi Boniek; la gara è senza
storia, un 5 a 0 (tripletta di Wark, Brazil e Mariner) che assicura il
passaggio del turno e rende una formalità il ritorno nel gelo polacco
(sconfitta indolore per 1 a 0). Alla ripresa della competizione nella primavera
del 1981 l’avversario nei quarti di finale è il Saint Etienne di Platini; si
gioca prima in Francia ed è una notte magica per l’Ipswich che vince per 4 reti
a 1 (2 Mariner, Muhren, Wark) e nella gara di ritorno nella bolgia inglese il
risultato è un netto, un 3 a 1 (Butcher, Wark e Mariner) che non ammette
repliche: il Town è per la prima volta in semifinale in una competizione
europea. L’avversario è il Colonia, si gioca prima a Portman Road dove arriva
una vittoria di misura (rete di Wark) che verrà replicata in terra teutonica (è
Butcher questa volta a finire sul tabellino dei marcatori).
La finale è tutta a sorpresa: si sfidano l’Ipswich Town e
l’AZ’67 di Alkmaar, andata in Inghilterra e ritorno in Olanda. Il 6 maggio 1981
si gioca in un Portman Road tutto esaurito e i blues si schierano con il
seguente 11: 1 Cooper. 2
McCall, 3 Mills, 4 Thijssen, 5 Osman, 6 Butcher, 7 Wark, 8 Muhren, 9 Mariner,
10 Brazil, 11 Gates. La gara è a senso unico e si sblocca al 30’ grazie
a un rigore trasformato da Wark; si va al riposo sull’1 a 0. Nella ripresa i
ragazzi di Robson scendono in campo determinati a chiudere in fretta la
pratica: al 47’ raddoppia Thijssen e al 55’ Mariner sigla il definitvo 3 a 0.
L’Ipswich si presenta 2 settimane dopo allo stadio olimpico di Amsterdam
(Alkmaar ha uno stadio troppo piccolo per ospitare una finale europea) con le
mani praticamente sulla coppa e schiera la stessa formazione dell’andata. Al 4’
minuto segna ancora, come nella gara di andata, l’olandese Thijssen e a questo
punto la squadra di casa deve segnare 5 reti per aggiudicarsi il titolo: L’AZ
segna 2 reti, ma al 37’ Wark pareggia e spegne le residue speranze Olandesi. A
questo punto, nei 53 minuti rimanenti i padroni di casa devono segnare 4 gol ma
ne mettono a segno solo 2. L’Ipswich Town con un risultato aggregato di 5 a 4
vince la coppa UEFA!
La stella del 23enne John Wark brilla nel firmamento
europeo: con 14 reti segnate diventa il giocatore ad aver segnato di più in una
singola manifestazione europea e si aggiudica il premio dell’anno come miglior
giovane del continente. L’immagine di Mick Mills con la coppa fa il giro di
tutta Europa. Si è compiuto un miracolo: una piccola Town della campagna
inglese con poco più di 100.000 abitanti grazie alla sua squadra composta da
ragazzi eccezionali e guidata da un grande uomo ancor prima di un grande
allenatore si aggiudica una coppa europea! Una grande squadra quella; composta
da una quindicina di elementi che non solo ha vinto la coppa UEFA ma ha anche
sfiorato la vittoria in campionato e in FA cup nella stessa stagione. I blues
diventano i superblues; un team straordinario che è entra nel mito: “the boys
of 81” saranno per sempre ricordati come leggende.
L’Ipswich è all’apice della sua storia e nella stagione
successiva (1981/82) in coppa UEFA, da squadra detentrice, non va molto bene
(eliminazione al primo turno per mano dell’Aberdeen) ma si conferma tra le
protagoniste del campionato dove lotta ancora una volta per il titolo ma arriva
di nuovo al secondo posto per il secondo anno consecutivo, che comunque per la
compagine del Suffolk è sempre un ottimo risultato. È anche l’ultima
stagione per Bobby Robson sulla panchina dei superblues: nell’estate del 1982,
dopo i mondiali, visti i suoi risultati eccezionali viene chiamato a guidare
l’inghilterra. Si chiude un’era a Portman Road e si compie il destino: Robson
come Ramsey, vincenti in provincia in quel di Ipswich e chiamati al timone
della nazionale inglese. Robson non vicerà il modiale, come fece il suo
predecessore, ma arriverà terzo a Italia 90. Un primo e un terzo posto ai
mondiali sono i migliori risultati di sempre nella storia dei “three lions”
portati entrambi da allenatori provenienti da Ipswich. Un orgoglio per il club
e a testimoniarlo là, fuori da Portman Road, ci sono 2 statue una per Sir Alf e
una per Sir Bobby, ma non solo: anche le stand e le sale dello stadio sono
intitolate a loro che hanno sempre avuto Ipswich nel cuore. Ramsey si fece
addirittura seppellire a Ipswich nonostante non sia originario della zona.
Robson fu sempre molto legato a Ipswich anche se la sua carriera si sviluppò in
giro per l’europa: la statua gli è stata intitolata mentre era ancora in vita e
nel 2006 ed è stato nominato anche presidente onorario del club.
Robson quindi deve molto a Ipswich così come Ipswich deve
molto a Robson: in 13 anni sotto la sua guida il club ha disputato tutte le
stagioni nel massimo campionato (miglior risultato 2 secondi posti), ha vinto
la FA cup, ha partecipato costantemente alle coppe europee ( 7 in coppa UEFA e
1 in coppa delle coppe) vincendo una coppa UEFA. Se l’Ipswich tuttora ha il
record (striscia ancora aperta) di non aver mai perso un incontro in casa nelle
coppe internazionali in tutta la sua storia lo deve soprattutto a questo
manager: dei 33 incontri totali, 22 sono stati sotto la sua guida. Ma il dato
più impressionante che testimonia l’immenso lavoro di Robson alla guida dei
blues è un altro: in 13 anni ha acquistato solo 14 giocatori puntando tutto sul
settore giovanile riuscendo comunque a creare una realtà vincente.
Una bella storia di calcio, di un calcio che non c’è più, ma
che rimarrà sempre nel cuore dei tifosi blues che la tramandano con orgoglio di
generazione in generazione per mantenerla viva. Così come sarà sempre vivo il
ricordo di Sir Robert Robson o più semplicemente “Bobby” una persona
eccezionale, un uomo leggendario.
Simone Longo
ITFCIB
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