Ipswich, mercoledì 16 ottobre 1878.
È mattina e la città si
sveglia ancora un po’ sonnecchiante; è autunno e si sa che in questa stagione qualche ora in più di sonno è il desiderio di
molti, ma questa giornata non può attendere…
Siamo in Inghilterra, in piena era Vittoriana, nella seconda rivoluzione industriale,
all’apogeo dello sviluppo economico. L’impero britannico è il più grande impero
che la storia abbia mai conosciuto: è la più grande potenza mondiale.
Ma queste non sono le principali ragioni per cui, questo giorno,
per il capoluogo del Suffolk, regione sempre e comunque scandita dai ritmi
della natura e a misura d’uomo, non sarà un giorno come un altro.
Sta per succedere qualcosa che ne cambierà l’anima, il tessuto
sociale; qualcosa che legherà la contea e la sua Town a doppio filo con la sua gente, aldilà
delle epoche, aldilà di tutto: e la cambierà per sempre.
Dai camini delle case,
dove i gatti guardinghi che fan capolino alle finestre paion sentinelle, e
degli altri edifici, esce il fumo che si dissolve nell’aria frizzante quasi a
volerla scaldare. Aria dove volteggiano i gabbiani che con il loro garrito
sembra vogliano dare la sveglia insieme al suono delle campane delle chiese
medioevali perfettamente custodite e funzionanti.
Nei prati, sul
manto erboso bagnato di rugiada, nella leggera nebbia che va poco a poco
assottigliandosi, gli immancabili corvi sono in cerca di cibo: il loro
piumaggio, nero e lucido, li rende fieri e incute sempre un po’ di timore;
mentre tra gli alberi gli scoiattoli si muovono col loro fare frenetico.
La mattinata è quella
di una tipica giornata autunnale: il cielo è coperto ma il sole, al di
sopra delle nuvole che fanno da filtro, regala una luce argentea che fa
brillare i colori caldi delle foglie sugli alberi, sui cespugli e sul terreno.
Foglie che, a seconda della posizione, sembrano esser d’oro, di bronzo o
di rame. Una meraviglia per gli occhi.
La colonna sonora è
quella del concerto dei canti delle allodole, dei pettirossi e delle cince.
Al porto sul fiume Orwell con
le sue acque fredde e grigie partono e attraccano le prime imbarcazioni.
I lavoratori iniziano a
raggiungere le fabbriche, come il birrificio Tolly Cobbold o la Churchman’s
cigarettes (dove si lavora il tabacco), mentre un carro fuori da un pub scarica
dei barili di birra pieni per poi ritirare i vuoti consumati la sera prima.
Le donne dopo aver
preparato il breakfast alle proprie famiglie si acconciano per raggiungere le
zone centrali come Corn Hill o Buttermarket per fare la spesa quotidiana al
mercato o nelle botteghe.
Nelle campagne vengono
strigliati e bardati i nobili Suffolk Punch, cavalli da tiro di pura e antica razza
autoctona, giganti tanto buoni quanto potenti, pronti per arare i campi in una
dura giornata agricola.
A fare da cornice a
tutto questo è il vento freddo proveniente dal mare del nord che sferza
immancabile dalle notte dei tempi e lo farà fino all’apocalisse; ma questa
volta porta con se una buona nuova…
Già da qualche tempo in Inghilterra, e Ipswich non fa eccezione,
è in voga un novo gioco: il football.
Football che è vissuto come uno svago, con regole poco definite
rispetto al rugby e viene giocato per la maggior parte dagli studenti,
soprattutto in inverno, per tenersi in forma in vista dell’estate: la stagione
del cricket.
E alla Ipswich School non
si fa eccezione: solitamente i ragazzi giocano tra loro o al massimo contro
studenti di altre scuole con i quali, prima di iniziare la partita, si mettono
d’accordo sulle regole da adottare durante il gioco.
Alcuni ex studenti della Ipswich School si riuniscono spinti da una grande passione per il football; desiderano
alzare l’asticella e portare un semplice gioco di livello scolastico a un
livello più alto.
Il momento tanto atteso è arrivato, è tempo di coronare il sogno e trasformarlo in
una nuova realtà, viene fondato un nuovo sodalizio e non solo la città ma tutta
la regione ha ora la sua squadra principale: l’Ipswich AFC!
Il presidente è il locale membro del parlamento (MP) Thomas
Cobbold, (che aveva già giocato al football alla Charterhouse School), vengono
eletti anche i capitani della squadra: George S. Sherrington e J.M. Franks.
Sia ben chiaro, il
football è un gioco nuovo, una questione puramente sportiva e il livello è
amatoriale ma ora si può giocare contro altre squadre vere e proprie e non solo
a scuola o solo contro rappresentative scolastiche.
La prima divisa del neonato club riprende i colori della Ipswich
School (blu e bianco) ed è composta da un camicione pesante con 4 bottoni color
blu navy (con sul petto, all’altezza del cuore, uno scudo bianco con ricamate le iniziali del
neonato club (I.A.F.C.), pantaloni bianchi e calzettoni dello stesso colore
della camicia.
Il campo di casa viene scelto: è Broomhill Park,
un parco situato a nord ovest rispetto al centro città dove, tra la fitta
vegetazione, ci sono diversi prati abbastanza grandi per giocare. La scelta di
giocare in questo luogo si deve al fatto che è di proprietà di George
Sherrington che, con suo fratello William, fa parte della squadra.
E ci sono anche gli spogliatoi: aldilà della strada, infatti, l’Inkerman pub si
offre di ospitare i calciatori prima di giocare per cambiarsi, ma soprattutto
dopo per reintegrare le energie con dell’ottima birra.
La prima partita si disputa il 2 novembre 1878 sul
campo di casa contro lo Stoke Wanderers che viene battuto con un perentorio
6-1.
Si gioca sempre più
spesso, almeno una volta a settimana, rigorosamente di sabato, giorno sacro e
di festa; e il pubblico, dapprima curioso e poi appassionato, si affolla a
bordo campo per seguire il nuovo gioco e incitare i giocatori.
Sono i pionieri, i primi adepti, ma da allora ogni volta va in
scena una funzione religiosa laica; quella del gioco del football: dove i
protagonisti sono sì i giocatori, ma i custodi della fede sono i tifosi. Fede nella propria
squadra, fede nella rappresentativa della propria città di cui sono orgogliosi.
Le amichevoli però non
bastano a saziare la voglia di football e, soprattutto, non garantiscono
partite settimanali; si è costretti così ad organizzare partite improbabili,
anche tra giocatori della squadra stessa: fumatori contro non fumatori. A-K
contro L-Z, blu contro bianchi e chi più ne ha più ne metta.
Questo è un problema, non solo per l’ipswich ma per tutte le
squadre in tutta la nazione, e la FA così
inizia a organizzarsi anche a livelli locali e, oltre all’antica FA Cup,
vengono organizzate le prime competizioni regionali. Si inizia così a
giocare qualche partita di coppa e l’Ipswich, oltre a partecipare, spesso vince
la Suffolk Challenge Cup.
Il football è un fenomeno in espansione e nel frattempo
Broomhill park inizia a stare stretto e così nel 1884 il club si trasferisce poco più a sud
in una nuova, più adatta ed accogliente “casa” a Portman Road.
1888. Sono passati 10 anni
dalla fondazione e i membri si riuniscono per prendere alcune decisioni
importanti per il futuro del club: avviene la fusione con l’Ipswich Rugby Club,
si decide che si continuerà a giocare a livello amatoriale (la squadra
diventerà professionista solo nel 1936), vengono riportati ufficialmente nello
statuto i colori sociali (Oxford blu e bianco) e la denominazione cambia in IPSWICH TOWN FOOTBALL CLUB.
Simone Longo
ITFCIB
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