In questo finale di stagione, dove purtroppo è svanita la
possibilità di raggiungere un posto in classifica valevole per i playoff,
l’Ipswich può trovare comunque dei motivi validi, aldilà della delusione per i
risultati sul campo, per cui essere fieri.
Sebbene Ipswich essendo una Town non ha le stesse risorse di
una City può comunque contare su un buon bacino d’utenza visto che si tratta
dell’unica squadra professionistica del Suffolk; questo porta ad avere un’academy
tra le migliori di tutta l’Inghilterra e a dimostrarlo ci sono, come fiori all’occhiello,
i 3 trionfi nella FA Youth Cup (la FA Cup per le squadre giovanili) nel 1973,
1975 e 2005.
Basti pensare, era un’altra epoca è vero, che la squadra da
sogno allenata da Bobby Robson a cavallo degli anni 70/80 in 13 anni ha
acquistato solo 14 giocatori; per il resto sono stati utilizzati tutti i
ragazzi migliori provenienti dal settore giovanile.
Academy che ha sfornato ottimi prodotti negli anni, sia poi
utilizzati in prima squadra, sia poi venduti ad altri club fruttando degli
ottimi introiti per le casse di Portman Road. Solo per citarne alcuni, senza
andare troppo indietro nel tempo, negli ultimi anni sono usciti nomi come
Kieron Dyer e Darren Bent (che hanno vestito anche la maglia della nazionale
dei tre leoni) e più recentmente Conor Wickham (giocatore più pagato al club
ora al Sunderland).
Da notare come poi il club sia molto bravo a vendere i
propri giovani non solo guadagnando molto bene al momento della cessione del
giocatore, ma mettendo anche clausole interessanti, tipo quella di prendere una
percentuale per ogni trasferimento a venire per tutta la carriera del giocatore
stesso. Un esempio eclatante è stato quello di Titus Bramble promettente a
Ipswich, ma quasi disastroso per tutta la carriera (Newcastle e Wigan in Premier
League tra le altre) che per tutta la carriera a ogni trasferimento ha portato
diversi soldi nelle casse del Town. Stessa cosa tra i giocatori ancora in
attività per il prolifico bomber di categoria (a livello di Championship) Jordan
Rhodes.
Parlando invece di giocatori provenienti dalle giovanili nella
rosa della prima squadra attuale spiccano su tutti i nomi di Luke Hyam (natio
proprio di Ipswich), Teddy Bishop (rivelazione della scorsa stagione che
quest’anno però è stato fuori per un brutto infortunio), il più giovane di
tutti Andre Dozzell e il veterano Tommy Smith. Ed è proprio degli ultimi due
che andiamo a parlare.
Bellissima la storia accaduta ad Andre Dozzell sabato scorso
a Sheffield: a 16 anni (il ragazzo è classe 1999) fa il suo esordio all’inizio
del secondo tempo e al 71’ minuto trova la gioia del gol del pareggio per il
definitivo 1 a 1. Già così ci sono tutti gli ingredienti della bella storia, esordio
a 16 anni e gol che evita la sconfitta alla squadra, ma ciò che rende davvero
straordinario tutto questo è che Andre Dozzell è figlio d’arte e proprio come
lui, il padre Jason, esordì, sempre con l’Ipswich in prima squadra il 4/2/84 a
16 e 57 giorni anni e pure lui mise a segno una rete: a oggi è il più giovane
giocatore ad aver segnato nella prima divisione inglese (nella stagione 1983/84
l’Ipswich militava in first division, l’odierna Premier League ndr).
Altro dato da festeggiare per il club del Suffolk è quello
che riguarda Tommy Smith. Il difensore classe 1990 di nazionalità neozelandese che,
con la maglia della nazionale dei “kiwi” ha partecipato da titolarissimo anche
ai mondiali del 2010 e alle olimpiadi ne 2012 diventandone il capitano, nella
recente gara di martedì a Portman Road contro il Fulham, ha giocato la sua
250esima partita ufficiale con la maglia dei blues: mai nessun giocatore nella
storia del club proveniente dall’academy ha mai raggiunto questo traguardo.
La speranza per il club è quella di poter sempre contare,
anche in futuro, sulla propria accademia come ha sempre fatto: se già lo faceva
negli anni d’oro quando calcava i campi della massima divisione inglese e i
palcoscenici delle coppe europee (altri tempi), a maggior ragione lo deve
continuare a fare ora non potendo competere per dimensione e disponibilità con
le big delle grandi città; inoltre per la gente del Suffolk è un grande
orgoglio quello di sapere di avere una scuola calcio che sa formare ottimi
giocatori ma sopratutti ottimi ragazzi come Tommy, Andre, Teddy e Luke.
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